MIGRATI, ENNESIMA SCIAGURA NEL MARE DELLA MORTE

 Ennesima sciagura in mare. 40 morti su un barcone al largo della Libia. I migranti, che erano nella stiva, sarebbero morti per soffocamento. Non è chiaro se le vittime sono morte per il caldo o per il troppo fumo del motore del barcone. Sulla scialuppa, all’ incirca 400 persone soccorse dalla nave della Marina Militare “Cigala Fulgosi”. Tra i superstiti assistiti  dai militari italiani, anche 45 donne e tre bambini. Ennesima disgrazia nel mare della morte. Un  tragico  e sconvolgente epilogo, l'ennesimo, che ancora una volta ci porta  di fronte ad un problema di grande entità  come quello dell’immigrazione.Già la scorsa settimana, lunedì 10 agosto,  nave Mimbelli soccorre 775 immigrati di cui 196 donne e 40 bambini.Sono centotremila gli immigranti sbarcati in Italia dal mese di  gennaio scorso" -  fanno sapere dal Ministero dell’Interno -  mentre  preparano un piano per ospitare cinquantamila persone. Estenuanti le polemiche,  nel mondo politico senza concretezza per una azione decisiva di fronte all’ egemone Europa di Strasburgo. L' immigrazione è un problema europeo, non italiano, ma allo stesso tempo è una risorsa da tenere conto per una ulteriore integrazione  di questa povera gente che porta sul proprio viso l’espressione di Gesù Cristo…E sarebbe sicuramente attenuante per tutti, soprattutto per i più giovani, sul piano della formazione e dei diritti umani, se i media e specialmente le televisioni, contribuissero seriamente a non allarmare il cittadino con  inutili spettacolarizzazioni o suspense, mentre questi uomini lontani dalle loro terre, sono già di per sé sofferenti al solo pensiero di aver lasciato a casa i propri familiari. L’Italia fa il suo dovere con sacrificio e spirito di abnegazione mettendo a disposizione uomini e donne per un'azione concreta a reclamare i diritti umani, come del resto ha sempre fatto e continuerà a fare…Lo deve fare.Resta, pertanto, l'enorme contraddizione di alcuni partiti politici che tendono a stigmatizzare il rifiuto di una tale azione, mentre invece potrebbe essere concretizzata una serie di proposte da presentare poi anche con la determinazione e impulsiva indole, se necessaria, all’ Esecutivo europeo invitando a creare gruppi di lavoro fra parlamentari di varie nazionalità, distinguendosi con stile, intelligenza e preparazione  italiota. Colpa e complici anche i media che si affiancano al potere: E’ sbagliato parlare di immigrati soltanto quando accadono gravi fatti che riguardano la criminalità organizzata o quel extracomunitario rapinatore o  stupratore, sensibilizzando l'opinione pubblica in modo distorto. E’ importante, invece, che i giornalisti si mentalizzino anche sul piano della propria e personale religione, a guardare con attenzione e coscienza l’immigrato  ogni mattina al semaforo, che si sacrifica nel lavoro per cercare di vivere dignitosamente.
 Bisogna avere il coraggio di dire, invece, che l’immigrazione non è un problema, ma semplicemente una sfida per lo sviluppo del nostro Paese ed una maggiore attenuante dell’intera Europa sul medesimo piano di sviluppo.Un giornalista non deve vergognarsi di schierarsi in favore di questa o quella religione. Ma deve vergognarsi di perdere la libertà del proprio pensiero inseguendo politici insensibili, perché è questo che noi abbiamo nel nostro Paese, una politica scadente fatta da uomini in crisi, che, probabilmente, hanno già la propria famiglia che non funziona…Come può un politico tutelare gli interessi delle famiglie quando in casa sua già le cose non funzionano?...E se non è capace di tutelare gli interessi e la vivibilità delle nostre famiglie, come fa a sensibilizzarsi per gli extracomunitari?...Domande queste, che non hanno alcun valore, per carità, poiché potrei sbagliarmi, ma di sicuro servono per poterci dare a noi stessi, giornalisti e cittadini, una sterzata e dare cosi  un input decisivo ad una politica che sia capace di incamminarsi sul sentiero europeo con disinvoltura, preparazione e determinazione del proprio essere uomo, innanzitutto, e poi di politico vero, che sappia valorizzare il lavoro dei media e non imbavagliarlo. Ma qui, serve, poi, la determinazione e la capacità dell’ uomo giornalista e, perché no?...religioso…che lavori ispirandosi pure al proprio Dio, di qualsiasi religione esso sia…  
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