Sto pensando, rifletto e deduco che non esiste intervista più bella che a un politico che neppure ti risponde a causa di inesperti in pubbliche relazioni, componenti dello staff dell’uomo politico stesso, che ti impediscono di avvicinarlo con l’aria di impropria saccenteria, anche se di ingenua umanità fino a farti tenerezza spezzandoti il cuore: chi è lei? di che testata è? Poverini fanno danni e non sanno di fare ciò, non sanno che tutto fanno tranne
che il buon servizio al cittadino che deve essere informato.
Accade nella mattinata, di sabato 24 ottobre dell’anno 2015, a Limatola, in provincia di Benevento, all’ interno del castello ducale, alla chiusura della tre giorni della Prima Festa Popolare organizzata dal nuovo centro destra, ove il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha appena terminato un sostanzioso intervento sull’ immigrazione e sulle riforme istituzionali.
Bene, qui il ministro mentre sta per concedersi al mio microfono, una voce femminile, a dir poco fastidiosa all’ orecchio per non dire rumorosa, mi domanda: “Chi è lei?... Di quale testata è?”. Come se io fossi uno qualsiasi o giornalista di serie B. Qui, ho avuto modo di capire di essermi trovato di fronte a inesperti nella gestione delle pubbliche relazioni e della comunicazione stessa i quali non hanno, e mai saranno capaci – a mio avviso - di cogliere l’opportunità di fare bene e meglio nei confronti del proprio lavoro, sia esso anche a carattere protezionistico, non rendendosene conto che non solo hanno intaccato l’immagine del proprio datore di lavoro, ministro che sia, ma si sono configurati quali manipolatori e parziali. La cronaca locale costituisce il pilastro dell’informazione e della comunicazione corretta, lineare dalle quali il cittadino può farsi una propria e precisa opinione. Ed io, Signor ministro Alfano , sono salvo grazie al severo indottrinamento deontologico e della formazione continua del giornalista, impostatemi dall’ Ordine stesso. Non mi sono neppure arrabbiato, anzi, faccia una cosa, dia un bacio per me ai sui collaboratori, li perdono.