SULMONA (AQ). I FUNERALI DI FABRIZIA DI LORENZO, UCCISA A BERLINO DALLA STESSA RELIGIONE CONTRO LA QUALE COMBATTEVA IL PAPA DELLA SUA CITTA’, CELESTINO V
Fabrizia Di Lorenzo |
di Enzo Di Micco
SULMONA ( AQ) – Ai piedi del monumento ai caduti, tanti, tantissimi lumini accesi, qualche fotografo, ragazzi che commentano. Ci sono anche io che osservo tutti quanti: sul loro volto incombe la tristezza, il dispiacere per una concittadina, Fabrizia Di Lorenzo, uccisa a Berlino da un terrorista mentre comprava i regalini per la famiglia nel mercatino di Natale per poi tornarsene a Sulmona e festeggiare la Natività con i suoi genitori. Fabrizia aveva un percorso formativo orientato all’ integrazione tra i popoli e alla lotta alla discriminazione. Dopo la laurea triennale alla Sapienza di Roma in Mediazione linguistico-culturale, ha conseguito la magistrale all' Alma Mater di Bologna in Relazioni internazionali e diplomatiche e un master alla Cattolica di Milano in tedesco per la comunicazione economica.
Da qualche anno viveva a Berlino, dove lavorava in un’azienda di trasporti, se n’era andata via da Sulmona perché l’Italia non è capace di crescere i suoi giovani; aveva deciso di vivere in Germania allo scopo di migliorare sé stessa, ma anche per dare lustro alla sua Sulmona, luogo suggestivo situato nel cuore dell'Abruzzo, a ridosso del Parco Nazionale della Majella. Pensate, Sulmona è nota nel mondo per la secolare tradizione nella produzione dei confetti, di mille colori, ma poco nota per essere una cittadina pre romana, ove ha vissuto il senatore Publio Nasone Ovidio, che poi abbandonò la politica disonesta per dedicarsi alla poesia d’amore, oggi nei libri di letteratura. Luogo di mille sfaccettature, anche medioevali, Sulmona in cui ha vissuto il papa Celestino V, esattamente nell’ eremo di Sant’ Onofrio al Morrone, quando era frate dal cui vero nome, Pietro Angelerio, prima che diventasse papa nel 1294. Quel papa aveva sostenuto l’ordine cavalleresco dei templari nella lotta contro i musulmani. E nessuno se ne accorge, se ne rende conto che quella cittadina dai confetti di mille colori ha ora una ragazza morta a Berlino, perché uccisa dalla stessa religione contro la quale combatteva, sia pure per certi versi trasversalmente, Celestino V. Oggi 26 dicembre 1916 i funerali della 31enne nel Duomo di Sulmona dedicato a San Panfilo.
La famiglia ha voluto il rito in forma privata e lontana dalle telecamere. Lo scroscio intenso degli applausi della folla al feretro ha decretato solidarietà alla famiglia Di Lorenzo, alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e del ministro dell’Interno, Marco Minniti. Non ci sono state parole da parte delle cariche dello Stato se soltanto la presenza per manifestare la vicinanza dello Stato ai cittadini e in particolar modo alla famiglia di Fabrizia. Ma tagliente è stato il vescovo di Sulmona, Angelo Spina: “Fabrizia ha dovuto lasciare questa terra che non riesce a dare speranza a questi giovani”, ha detto il presule. Parole pensanti rivolte al capo dello Stato e a quella classe politica inefficiente, incapace di crescere le proprie generazioni. Sulmona, però, è anche reduce di una politica locale horribilis, da poco uscita dal commissariamento Municipale, oggi con a capo la sindaca , Annamaria Casini , che ha proclamato il lutto cittadino. Per non non parlare degli impiegati municipali che si assentavano arbitrariamente dal posto di lavoro dopo aver validato il proprio cartellino. Ma questo conta poco, ora , se soltanto la necessità di far decollare la cittadina sul piano dello sviluppo del lavoro, dell’ economia e del turismo, poiché ha tutti i requisti per essere anche indicata quale patrimonio dell’umanità: che dire della frazione "Fontana d’Amore" quale esempio per il turismo oltre alle numerose attenuanti culturali, ove appunto vi è una fontanella denominata “Fontana dell’amore”, Un monumento famoso sia perché sorge in un luogo, secondo leggende, prediletto da Ovidio che qui amoreggiava con Corinna, sia per la credenza popolare secondo cui bere nella fontana cinque sorsi d’acqua suggellerebbe eterno amore. Fabrizia, ragazza andata via da Sulmona perché voleva diventare semplicemente cittadina del mondo, dando esempio ai suoi coetanei, oggi non c’è più " e di lei – ha detto il vescovo Spina - ricorderemo sempre il sorriso”.
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