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Barcellona, uno scorcio della Rambla |
Ci
risiamo. La follia mette in ginocchio il mondo intero. E i potenti pare non siano più in grado per debellare il fenomeno del terrorismo. Questa
volta il monito avvelenato dell’Isis arriva a Barcellona, terra
catalana che si configura in una comunità autonoma spagnola situata
a nord orientale della penisola iberica, tra i pirenei e il
mediterraneo. Barcellona è il capoluogo della fascinosa Catalogna
e fiore all’occhiello del turismo mondiale. Bene. Qui un furgone "picchia" contro la calca che passeggia e si rilassa mentre osserva
la suggestiva via della Rambla. Tutto succede via facendo mentre
artisti
di strada, bancarelle per cartoline, cafè e gelaterie fanno da
richiamo per momenti di piacevolezza dei turisti in una vacanza meritata nell’orgoglio di essere europei, occidentali e di religione cattolica apostolica romana. Tutti figli di Gesù Cristo sulla croce.
D’un taratto: Oddio!!!!….Un forgone sfreccia zigzagando...Che
dico?...serpeggiando sulle comitive di pesone come il
diavolo quando diventa serpente dopo essersi
insinuato abilmente, in modo viscido, tra Dio e gli uomini. Paura,
sgomento, grida, pianti, rabbia, tanta rabbia della gente che
cerca rifugio nei negozi, ristoranti del luogo, bar.
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Momenti di terrore sulla Rambla |
I più sfortunati
sono rimasti morti sul selzciato in un lago di sangue. Tredici vittime di
cui due italiani, Bruno Gullotta, 35 anni, di Legnano e Luca Russo,
25 anni, di Bassano del Grappa. “La rambla dell’ infedele”, secondo ' l'organizzazione Jihadista dalle cui origini risalgono
"al- Qa' id in Iraq"
per combattere l'
occupazione americana e il governo iracheno sciita
sostenuto
dagli Stati Uniti d'America
dopo
il rovesciamento di Saddam Hussein,
fino a far nascere un
califfato. Molti
leader del mondo islamico non hanno mai manifestato adesione e legittimità di questo gruppo nè del calliffato. Ma
essi ci sono, si radicano constantemente all’ interno delle
collettività serpeggiando con abilità
mentre i potenti pare che non siano più potenti. Il terrorista genera ansia
profonda nella psiche dei popoli. E si arma fino ai denti, fino a mettere in gioco la
propria vita e con il pallino di essere stato scelto per il
sacrificio di combattere "l'infedele" per cui gli vengono resi gli onori; non è un criminale comune, ma lo diviene per una scelta
precisa che a suo parere è sempre volta a fin di bene per l’umanità;
un concetto sbagliato per l’ occidente, sicuramente. Ma egli ricorre a stragi per richiamare l’attenzione |
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Luca Russo e Bruno Gullotta |
su di sé per
simbolismo o per essere ricordato in eterno dall’ umanità. Le
motivazioni, quindi, per cui un uomo diventa tale sono molteplici. E
vanno dalla politica alla religione, dall’ ecologia al terrorismo
di Stato, dal narcoterrorismo al transnational organized terrorism,
dalla psycological warfare alla psycotronic warfare, tanto per
citarne alcune tipologie, che possono suscitare apprensione e
sgomento di cui rappresentano armi in dotazione al terrorista del
futuro. A Barcellona non c’erano armi, c’era un furgone, ma la
scelta dell’impiego di essere tale da parte dei terroristi, rappresenta senza dubbio la peggiore delle opzioni per colpire nella
maniera più feroce l’ umanità, mettendosi in risalto e far palare
di sé. Il tutto è nelle mani dei potenti, facciamo appello a
loro, alle loro coscienze, in modo che si diano da fare senza mezzi termini.
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