A
tavola, presentata in un piatto succulente fa venire l’acquolina in
bocca ai buongustai, a chi se ne intende, ovviamente. Ma la si può
trovare nelle più svariate ricette gastronomiche, alcune delle quali
maccheroni al forno o fusilli col pomodoro e…. Stiamo parlando
della mozzarella di bufala, l’alimento nobile della Campania al
quale molti danno grande considerazione. Un prodotto alimentare
dal sapore e dal profumo inconfondibile di fermenti lattici.La
consistente presenza di flora lattica in questo alimento e quella di
sostanze proteiche fanno della mozzarella di bufala campana un
validissimo prodotto, dal punto di vista nutrizionale. E pensare che
un tempo la mozzarella aveva scarsa considerazione in quanto
sottoprodotto per la lavorazione della provola che richiede una
ulteriore fase preparatoria. Siamo intorno al 500, quando appunto la
mozzarella era si conosciuta e degustata, ma da pochi intimi, ovvero
da amici e familiari degli stessi produttori di provola. Poi un
giorno su una bancarella del mercato di Capua, cittadina della
provincia di Caserta , rinomata per essere adagiata sul fiume
Volturno, compaiono, tra le provole, alcune mozzarelle. Un espediente
per “tastare” la commercializzazione istantanea di un prodotto
che deve essere venduto e consumato in tempi brevi. La pratica dell’
affumicazione della provola, infatti, a quell’ epoca, era un
sistema utilizzato per conservare più a lungo un prodotto
facilmente deperibile. Non a caso, sul mercato capuano affluivano,
oltre alle provole affumicate, anche la ricotta di vacca e di
bufala, salata e affumicata. Quella bancarella su cui risplendevano
le poche mozzarelle dal colore bianco porcellaneo, comunque, fu
assalita dall’ andirivieni di curiosi e acquirenti. L’incremento
del consumo dei derivati bufalini, alla fine del secolo XVIII è
stato promosso dalla gestione dell’impianto di produzione della
tenuta reale di Carditello, denominata "Reale Industria della
Pagliata delle bufale". Qui, siamo nell’ entroterra dell’agro
aversano, un'area geografica della Regione Campania in Provincia di
Caserta,ma non molto distante dal capoluogo campano, dove col passare
del tempo nasce la famosa mozzarella di Cardito, che per ignoranza e
affinità di nome, ha dato merito alla Cardito situata a ridosso di
Caivano, zona metropolitana a nord di Napoli. Ecco, dunque, un cenno
di storia che nobilita un prodotto nutriente quale la mozzarella
campana ricca di proteine. "Anzi, per individuare una buona
mozzarella, bisogna osservare le caratteristiche che si configurano
nel colore bianco porcellaneo e nella superficie liscia e lucente; la
crosta deve essere sottilissima, (meno di un millimetro), non ruvida
né rugosa, né viscida. E il taglio lascia scolare un tantino di
sierosità biancastra dal profumo di fermenti lattici. I rilievi
sottili che si notano sulla fascia indicano il punto di distacco
della pasta all’ atto della forma del prodotto.succulente fa venire
l’acquolina in bocca ai buongustai, a chi se ne intende,
ovviamente. Ma la si può trovare nelle più svariate ricette
gastronomiche, alcune delle quali maccheroni al forno o fusilli col
pomodoro e…. Stiamo parlando della mozzarella di bufala, l’alimento
nobile della Campania al quale molti danno grande considerazione. Un
prodotto alimentare dalsapore e dal profumo inconfondibile di
fermenti lattici. La consistente presenza di flora lattica in questo
alimento e quella di sostanze proteiche fanno della mozzarella di
bufala campana un validissimo prodotto, dal punto di vista
nutrizionale. E pensare che un tempo la mozzarella aveva scarsa
considerazione in quanto sottoprodotto per la lavorazione della
provola che richiede una ulteriore fase preparatoria. Siamo intorno
al 500, quando appunto la mozzarella era si conosciuta e degustata,
ma da pochi intimi, ovvero da amici e familiari degli stessi
produttori di provola. Poi un giorno su una bancarella del mercato di
Capua, cittadina della provincia di Caserta , rinomata per essere
adagiata sul fiume Volturno, compaiono, tra le provole, alcune
mozzarelle. Un espediente per “tastare” la commercializzazione
istantanea di un prodotto che deve essere venduto e consumato in
tempi brevi. La pratica dell’ affumicazione della provola, infatti,
aquell’ epoca, era un sistema utilizzato per conservare più a
lungo un prodotto facilmente deperibile. Non a caso, sul mercato
capuano affluivano, oltre alle provole affumicate, anche la ricotta
di vacca e di bufala, salata e affumicata. Quella bancarella su cui
risplendevano le poche mozzarelle dal colore bianco porcellaneo,
comunque, fu assalita dall’ andirivieni di curiosi e acquirenti.
L’incremento del consumo dei derivati bufalini, alla fine del
secolo XVIII è stato promosso dalla gestione dell’impianto di
produzione della tenuta reale di Carditello, denominata "Reale
Industria della Pagliata delle bufale". Qui, siamo nell’
entroterra dell’agro aversano, un'area geografica della Regione
Campania in Provincia di Caserta,ma non molto distante dal capoluogo
campano, dove col passare del tempo nasce la famosa mozzarella di
Cardito, che per ignoranza e affinità di nome, ha dato merito alla
Cardito situata a ridosso di Caivano, zona metropolitana a nord di
Napoli. Ecco, dunque, un cenno di storia che nobilita un prodotto
nutriente quale la mozzarella campana ricca di proteine. "Anzi,
per individuare una buona mozzarella, bisogna osservare le
caratteristiche che si configurano nel colore bianco porcellaneo e
nella superficie liscia e lucente; la crosta deve essere
sottilissima, (meno di un millimetro), non ruvida né rugosa, né
viscida. E il taglio lascia scolare un tantino di sierosità
biancastra dal profumo di fermenti lattici. I rilievi sottili che si
notano sulla fascia indicano il punto di distacco della pasta all’
atto della forma del prodotto.
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