PADOVA - Il panettone di Natale preparato
dai detenuti del carcere di Padova. Uno dei tantissimi dolci natalizi, morbido, classico al
passito fior d'arancio che ti fa venire l'acquolina in bocca. Ma anche un
panettone che ci porta a riflettere sulla scelta delle stesse istituzioni
carcerarie di recuperare ragazzi attraverso l'insegnamento di un mestiere, ovvero l'arte
pasticciera. 57.393
detenuti in 190 carceri italiani. E la recidiva, cioè le persone che tornano a delinquere una volta
uscite dal carcere, superano la percentuale del 70%. Dal 2 al 20 per cento di essi si
configurano in un percorso lavorativo che inizia in carcere e continua all'esterno
in misura alternativa. Una iniziativa di grande valenza sociale: detenuti e
lavoratori allo
stesso tempo. A Padova artigiani alle prese con le materie prime e
tecniche per l’attività di pasticcieria in un progetto divenuto ormai punto di
riferimento sul piano sociale. Ecco,
dunque, l'italianità, quella vera che sostiene i diritti umani e che "spazza" via
il cattivo pensiero di chi dice: "sbattilo in galera e butta via le
chiavi".
Il lavoro di questi ragazzi favorisce un cammino di cambiamento e
giorno dopo giorno diventa una possibilità reale per il futuro, facendo
crollare il tasso di recidiva di quei detenuti che svolgono un lavoro vero in
carcere". Si tratta, insomma, di un modello di detenzione e allo
stesso tempo di recupero di persone che
pagano il proprio debito alla giustizia, ma con dignità, ottenendo così un
risultato quasi unico al mondo. A Padova, inoltre, non si può non parlare della Pasticceria Giotto,
che da circa un decennio forma i detenuti nel mondo del lavoro, producendo dolci
di finissima qualità, distribuendoli in tutto il mondo. Una vera e propria azienda dolciaria i cui prodotti sono sfornati all'interno del carcere grazie all'impegno dei dipendenti detenuti, peraltro pagati e assicurati regolarmente come da
stipendio sindacale, attiva dal 2005. Casa di Reclusione Due Palazzi di Padova e Pasticceria Giotto rappresentano in Italia e all’estero non soltanto l'italianità del lavoro, ma soprattutto la condotta degli esseri umani e i criteri in base ai quali si valutano comportamenti e scelte. Il tutto sotto l'egida del Ministero della Giustizia.
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