NAPOLI, SANT' ALLERTA PENSACI TU


Nella città partenopea la formula "San Gennà pienzace tu"  avrebbe perso ogni effetto. A darne prova inconfutabile alcune indiscrezioni sussurrate nei corridoi della Curia: studenti e professori napoletani si sarebbero trovati un altro santo protettore, dissociandosi da ogni volere e valore di San Gennaro 

NAPOLI - La notizia non è nuova, ma rimane attuale, si addice ai tempi e al tempo. I napoletani invocano maggiore serenità al santo patrono, San Gennaro, imprecando però contro le piogge di questi giorni. E per questo pare che alle preghiere del Clero locale e dei fedeli assidui frequentatori del Duomo, il santo martire non dia il segnale di freno alle piogge, e mette in ginocchio devoti e Protezione civile. Quest’ultima costantemente a cautelarsi deliberando i parametri di allerta. Le piogge per San Gennaro non sarebbero pericolose, anche se punitive contro l’uomo che devasta la natura. Quindi apriti cielo e scarica come se volessi purificare le anime dei peccatori. Inoltre, la formula “San Gennà pienzace tu” sarebbe decaduta, avrebbe perso ogni effetto. A darne prova inconfutabile alcune indiscrezioni sussurrate nei corridoi della Curia: studenti e professori napoletani si sarebbero trovati un altro santo protettore, dissociandosi da ogni volere e valore di San Gennaro.
Il santo sarebbe Sant’Allerta, coperto da un mantello giallo e fra le mani una damigiana di vetro verde piena d'acqua. Il colore giallo del mantello si riferisce al parametro della massima pericolosità dell’evento; il colore verde della damigiana, detta anche ‘a damigianella, si riferisce alla speranza; l’acqua invece si rivolge alla chiusura delle scuole allagate. Di qui la nuova formula di preghiera. E cioè: "Sant’Allerta pienzace tu". Pertanto il pensiero fisso nella mente dei devoti è come il tarlo nel legno: "San Gennaro si è associato alla natura per impaurire l’uomo intento a devastarla". Non a caso in piazza Municipio è stata inaugurata, proprio su questo tema, una mostra monumentale dello scultore cinese Liu Ruowang, dal titolo “La natura si ribella alle devastazioni dell’uomo”. Insomma, San Gennaro, martoriato nel IV secolo durante la persecuzione dei cristiani da parte dell’ imperatore Diocleziano, è considerato l’anima di Napoli, il sentimento di un popolo che nonostante le sconfitte, le delusioni, le amarezze patite nella sua lunga e dolorosa storia, trova ancora la forza di sperare, di lottare, di vivere accarezzato dai raggi del sole splendente.
Tant'è che nella mattinata di qualche giorno fa, nella grande e famosa piazza del Plebiscito è apparso un enorme arcobaleno che, partendo dal Golfo, in linea d'area, con i suoi colori,  ha coperto le chiese di Santa Lucia;  la Basilica reale pontificia di San Francesco di Paola, sotto le colonne di piazza del Plebiscito; la chiesa di San Ferdinando, detta anche "Chiesa degli artisti e dei re, situata a piazza Trieste e Trento,  per poi fermarsi al Duomo ove all'interno c'è la reale cappella del Tesoro di san Gennaro, che conserva le reliquie del santo Patrono. Ebbene Napoli si è spaccata in due tronconi: sangennaristi e non. I primi hanno hanno voluto sperare nel significativo segnale  dell' arcobaleno voluto da San Gennaro. Gli altri, docenti, studenti, alunni e Protezione civile, si sarebbero dati una decisiva sterzata passando nelle mani di sant' Allerta, con scuole chiuse senza allagamento e genitori infuriati perchè ancora non sanno a quale santo rivolgersi. La polemica è arrivata persino nel Stati Uniti d'America, in particolare  a New York, ove San Gennaro è osannato da molteplici etnie, mettendo in imbarazzo il sindaco Mario Cuomo, che ha voluto vederci chiaro sull' arcobaleno apparso sulla piazza del Plebiscito, convincendosi, nonostante tutto, che qualche pioggia, per alcuni giorni ancora, non mancherà, se pur non pericolosa per le scuole di Napoli. Studenti e docenti?...fanno male a rivolgersi a Sant’Allerta che, seppur si configura nel fenomeno di Protezione civile, rimane privo di spiritualità, di sentimento e di speranza. Viva San Gennaro! 


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