MILANO. ESERCITO, GIORNALISTI E STUDENTI A CONFRONTO SU COMUNICAZIONE E INFORMAZIONE "OLTRE L' EMPATIA?"

 MILANO -  Lo scenario è incantevole: Palazzo Cusani, in via Brera, il cuore pulsante della Milano da bere, scintillante di luci e di colori. Il salone delle conferenze è il luogo dell’appuntamento: il Secondo meeting sulla Comunicazione dell'Esercito Italiano. Il tema discusso è "Oltre l' Empatia?", promosso e organizzato dall’Esercito con il supporto dell'Ordine dei giornalisti della Lombardia. L’obiettivo è assicurare la Formazione continua dei giornalisti regolarmente iscritti all'Ordine con il conseguimento dei relativi crediti formativi. Ad aprire i lavori della tre giorni intensa, poliedrica, ricca di spunti culturali e umani, è il capo di Stato Maggiore dell'Esercito Italiano, il generale di corpo d'Armata, Salvatore Farina. Non a caso si parla di empatia nel mondo della comunicazione e dell' informazione.
Giornalisti, operatori, personalità ed esperti dei settori della comunicazione, professori, ricercatori, studenti universitari personale militare e civile, che ricoprono incarichi nell'ambito della Pubblica informazione e della Comunicazione, hanno avuto modo di riflettere e di confrontarsi sull’importanza fondamentale di questa riscoperta capacità di entrare in sintonia con l’altro - e non solo - nell’ambito della performance comunicativa ed informativa. Certo, non sono neppure mancati riferimenti agli aspetti etici e deontologici, data l’emergenza segnata, oggi più che mai, dai social e dai nuovi media tanto nel tessuto sociale quanto nel contesto virtuale. A proposito di etica, anzi, proprio l'Esercito non ha dimenticato di presentare una singolare opera cartacea, dal titolo "Io Sono un soldato". Si tratta di un vero e proprio diario. È nero, assicurato da un elastico. A piedi della copertina spicca, in oro, una stella, a cinque punte: brilla proprio su quella incisione "Io sono un soldato".
È il risveglio, il richiamo all’etica comportamentale del soldato modello, da registrare, appuntare e “confidare” alle pagine bianche di un diario ancora da scrivere. Chiunque, empaticamente sentendo, può offrire il proprio contributo, traducendo in voce plurale e spirito di appartenenza ciò che solo all’apparenza può risuonare come la voce solitaria di un individuo. Si è discusso di uffici stampa e di web, di radio e di marketing, di sport e di pubbliche calamità, di missioni di pace su teatri di guerra, di interventi su luoghi di disastri e di catastrofi naturali. Ovunque, l’Esercito italiano conduce i suoi uomini e donne e il proprio cuore.  Insomma, la manifestazione ha messo in evidenza valori di grande levatura sociale e culturale, sia dal punto di vista umano che professionale.
Ha indossato la divisa e la tuta mimetica, certo, ma ha mostrato il valore universale dell’empatia, andando oltre ogni steccato, al di là della specificità di ogni settore. Al forum, fianco a fianco, direttori di quotidiani e giornalisti televisivi, docenti universitari e dirigenti scolastici, come Alessandro Galimberti, presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia; Mauro Crippa giornalista Mediaset; Luciano Fontana, del Corriere della sera; Giuseppe De Bellis, di Sky Tg 24; Gianluca Schinaia, giornalista impreditoriale Fps Media; il professore Vittorino Andreoli, esimio psichiatra; Giuliano Bergamaschi, filosofo; Roberto Mancini, commissario tecnico della nazionale di calcio. Sottovoce, ma squisita la moderazione di Elvira Terranova, giornalista di Adnkronos. "Tutti sugli attenti". A concludere i lavori, Claudio Caruso, colonnello di Stato Maggiore Esercito.











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