"Ci stringiamo ancora una volta attorno alle famiglie delle tante vittime: il loro lutto è stato ed è il lutto di tutta Italia".
ROMA - ( Palazzo del Quirinale) Il presidente della Repubblica nel discorso di fine d' anno ha voluto ringraziare i cittadini italiani che si sono vaccinati dando cosi un forte contributo nella lotta contro il Covid-19. E ha detto: "Dobbiamo ricordare, come patrimonio inestimabile di umanità, l’abnegazione dei medici, dei sanitari, dei volontari, di chi si è impegnato per contrastare il virus, di chi ha continuato a svolgere i suoi compiti nonostante il pericolo". Poi ha aggiunto: "I meriti di chi, fidandosi della scienza e delle istituzioni, ha adottato le precauzioni raccomandate e ha quasi totalità degli italiani, che voglio, ancora una volta, ringraziare per la maturità e per il senso di responsabilità dimostrato". Ma in questi ultimi giorni durante i quali i contagi tornano a preoccupare e i livelli di guardia si alzano a causa delle varianti del virus, si avverte un senso di frustrazione. E su questo il capo dello Stato ha sottolineato: "Non dobbiamo scoraggiarci. Si è fatto molto. I vaccini sono stati e sono uno strumento prezioso, non perché garantiscano l’ invulnerabilità, ma perché rappresentano la difesa che consente di ridurre in misura decisiva danni e rischi, per sé e per gli altri". Il presidente della Repubblica ha poi ricordato catastrofi come l' esplosione e crollo per fuga di gas della palazzina di Ravanusa; crolli di abitazioni e terremoti. In tale contesto ha elogiato i tanti sindaci, i volontari e persone che si sono prestate in favore della gente comune bisognosa di aiuto. Inoltre ha dato un segnale forte agli italiani che dovranno affrontare il dopo-Mattarella con un nuovo presidente della Repubblica, indicando che il capo dello Stato debba spogliarsi del proprio passato e della sua appartenenza partitica e per questo, cosa deve fare e non fare, rappresentando l' unità nazionale in modo lineare e imparziale. E ha detto: " Questo compito che ho cercato di assolvere con impegno è stato facilitato dalla coscienza del legame, essenziale in democrazia, che esiste tra istituzioni e società".
L' analisi
Un Mattarella diretto verso il popolo, il cittadino, limitandosi a menzionare sindaci e volontariato, oltre che l'apparato sanitario attivissimo durante la prima fase del Covid. Un discorso toccante per noi gente comune. Lo stesso Matt aveva le pupille dilatate per la commozione, mentre discorreva. Un linguaggio penetrante, semplice, ma forse per gli addetti ai lavori un tantino artato, dal significato trasversale. E forse un motivo c' è: il grande Matt non ha fatto alcun riferimento ai capi dei partiti politici, ai politici che negli ultimi tempi stanno dimostrando l' incompetenza assoluta. Oggi la politica italiana è esageratamente scadente. Una massa di facinorosi della politica all' interno delle Camere ha messo in ginocchio l' Italia di fronte al mondo intero, al punto che lo stesso capo dello Stato, per alcuni, è apparso quasi populista. Pertanto qualcuno oggi potrebbe strumentalizzare questo suo comportamento definendolo appunto tale. Ma noi comuni mortali sappiamo bene che la politica italiana ha buttato la spugna per impreparazione di fronte alla politica economica di Francia e Germania. L' Italia dell' incompetenza. Da un lato politici che andrebbero messi alla catena di montaggio in fabbrica. Dall' altro lato imprenditori incolti senza alcuna sensibilità verso i lavoratori che sono l'asse portante dell' economia verace. Una imprenditoria "infinocchiata", "deteriorata" in un solo ventennio, il più squallido e abominevole del dopoguerra voluto da una politica scellerata che, con la scusa del finto ottimismo ha tentato di aziendalizzare lo Stato crescendo nel contempo una generazione di incolti presuntuosi, avendo anche indebolito Scuola e Università. Oggi gli imprenditori si trovano senza una precisa integrazione culturale, mentre gli stili di vita richiedono attività di marketing delle imprese capaci di modificare i fattori critici ed operare con successo nelle aree competitive, secondo regole e strategie, schemi di studio ad alto livello. Una certa incapacità dunque esiste nel non saper prendere a volo l' occasione della creatività e della competizione. Pertanto si evade dal Paese andando a sfruttare lavoratori già di per sé poveri in Paesi poveri, oppure rimane l' alternativa di evadere il fisco. In tutto questo c' è ancora chi con la faccia tosta si è reso disponibile per la candidatura alla guida del Quirinale, dopo il settennato di Mattarella. Ed è proprio qui che il capo dello Stato chiude il discorso rendendolo politico, con una vera e propria sferzata agli occulti interlocutori. E dice più o meno cosi: "Il capo dello Stato deve spogliarsi del proprio passato e della sua appartenenza partitica e per questo, cosa deve fare e non fare, rappresentando l' unità nazionale in modo lineare e imparziale. Questo compito che ho cercato di assolvere con impegno è stato facilitato dalla coscienza del legame, essenziale in democrazia, che esiste tra istituzioni e società".
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