Draghi
vuole fare il presidente della Repubblica. E probabilmente lo farà,
anzi loro tutti vogliono che lo faccia per toglierselo di torno
poiché non fa comandare nessuno. Resta però chi dovrà sostituire
l'ex presidente della BCE (Banca Centrale Europea). E loro, i
“malandrini” della politica italiana litigano di nascosto su chi dovrà
andare a fare il presidente del Consiglio. Ma c'è altro, esigono
garanzie da Draghi poiché comunque spetta al presidente della
Repubblica nominare
il Presidente del Consiglio dei Ministri e su proposta di esso poi si
nominano i Ministri della Repubblica. Il governo quindi deve ricevere
la fiducia di entrambe le Camere. Insomma questi hanno il timore di
trovarsi di fronte ad un muro e questa volta neppure di gomma. All'
inizio Salvini credeva di fare un buon affare con Draghi, ora ha
cambiato idea lui e Berlusconi, quest'ultimo ha creduto di fare il
napoletano furbo con il "gioco delle tre campanelle alla
ferrovia" facendo un passo indietro, elaborando la rosa di
nomi dei suoi adepti. Se il principe Antonio De Curtis, in arte Totò,
fosse vivo gli avrebbe detto: "Cavalié mi faccia il piacere!...".
Un sorriso all' evento che vede molte fumate nere in una Italia già di per sè annerita dalla politica horribilis: la sinistra
teme di perdere il potere e ha lavorato per Amato; Conte considera Draghi come uno che si appropria di quanto spetta
legittimamente ad altri. Ma
il nocciolo della questione è ben altra cosa rispetto alle beghe,
alla lotta per la spartizione del potere. E cioè il rischio di una
guerra fra Russia e Ucraina. Ma andiamo con ordine. L' Ucraina chiede
di entrare nella Nato. La Russia da parte sua chiede il ritiro della
Nato dall' Europa dell' est e l' impegno a non accettare adesioni di
paesi dell' ex blocco sovietico, in primo luogo l'Ucraina.
Richiesta inaccettabile per Europa e USA, specialmente dopo che l'
Ucraina si è rivolta all' Europa per essere sostenuta. E qui l'
Italia ha già manifestato grande solidarietà all' Ucraina. Ci
sono poi altre circostanze che, secondo qualche "professorone" che semina incertezze, riguardano la chiusura del gasdotto russo denominato
Nord Stream 2. Si tratta di un gasdotto che parte dalla
Russia e arriva in Europa occidentale, precisamente in Germania,
attraversando il Mar Baltico. Ma problemi di questo genere li
potrebbe risolvere anche la Boschi, tanto per fare un nome.
Insomma tutti hanno il diavolo per capello al punto di non voler
accettare che il superMario è e resta il candidato al Quirinale con
maggiori chance per diventare presidente della Repubblica per un
solo motivo: Putin potrebbe dare un colpo basso all' intera
Europa occidentale non interrompendo il gasdotto, ma il sistema
bancario russo che fa da filo conduttore col pagamento internazionale
SWIFT. (Society
for Worldwide Interbank Financial Telecommunication, che in italiano
vuol dire, Società
per le Telecomunicazioni Finanziarie Interbancarie Mondiali)
con sede legale a Bruxelles, in Belgio, fondata nel 1973 dai
principali azionisti di Clearstream e Euroclear. Dalla società che
esegue i pagamenti prende il nome lo SWIFT, che nel gergo tecnico
bancario indica un bonifico internazionale. E su questo, vuoi o non
vuoi, l'italiano Draghi è l'unico al mondo capace di
mediare con Vladimir Putin senza fare guerre alcune, anche se l'ipotesi del Mattarella-bis - secondo indiscrezioni trapelate - non è da escludere, visti i 387 voti di preferenza ottenuti al settimo scrutinio, sui precedenti 336. Questo per dire che se Draghi non andrà al Colle, potrebbe non mancare l' asse Draghi-Matt per evitare la guerra Russia-Ucraina e ridare credibilità ed eleganza allo stivale griffato "Italia".
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