Giornata internazionale della donna dedicata alle donne dell'Ucraina, ma anche per ricordare le conquiste sociali, economiche e politiche, le discriminazioni e le violenze di cui tutte le donne sono state e ancora oggi sono oggetto nel mondo
Che dire?...Viva le donne nonostante abbiano ancora tanta strada da fare. Pertanto un 'pensiero' corre in particolare verso le donne che in questi giorni sono investite dalla guerra in Ucraina. Madri sole con i propri bambini; tantissime con i pancioni che stanno per dare una nuova vita e mariti chiamati alle armi. Donne più anziane invocano Dio per il loro figlio che combatte. La fuga è salvezza, intrattiene le lacrime. Non c'è tempo di piangere né di sfogarsi contro il male. Da sempre l' uomo è provocatore di guerre, di conflitti in cui spesso si individua l’ identificazione di un gruppo o etnia che tende a disumanizzare chi non appartiene a quello stesso gruppo o etnia. Questo per dire che lì, dove c'è o governa la donna, c' è meno esaltazione e più concretezza. L' uomo è insicuro, teme di perdere il potere e per questo ricorre alle armi, alla violenza. E su questo si sofferma perfino il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che nel corso del suo intervento sull' 8 marzo questa mattina al Quirinale, dice: "Non è tollerabile e non dovrebbe essere neppure concepibile che in questo nuovo millennio qualcuno voglia comportarsi secondo i criteri di potenza dei secoli passati, pretendendo che gli Stati più grandi e forti abbiano il diritto di imporre le proprie scelte ai paesi più vicini, e, in caso contrario, di aggredirli con la violenza delle armi. Provocando angoscia, sofferenze, morti, disumane devastazioni". Poi aggiunge: "Va fermato subito, con decisione questo ritorno all’ indietro della storia e della civiltà". E che dire delle donne ucraine che hanno scelto di abbracciare il fucile per andare a combattere per la libertà del proprio Paese?
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