Mattarella rifiuta le dimissioni di Draghi e gli dice di presentarsi in Parlamento. Leaders di partiti in agitazione. Stati minori in ginocchio, temono di andare a casa per sempre
ROMA - Mattarella non accetta le dimissioni di Draghi e gli indica di presentarsi in parlamento. Ad oggi seppure il premier dice che non ci sono più condizioni per andare avanti, qualcosa ancora non è chiaro, potrebbe cambiare la posizione di Mario Draghi, fino a mercoledì prossimo che andrà a riferire alle due Camere, anche se una indiscrezione è già trapelata: Draghi avrebbe manifestato l 'intenzione di andare alle camere Martedì, ma non ci sono ufficialità. Intanto i rappresentanti di partito sono in agitazione, hanno timore di andare a casa. E molti sono destinati a lasciare per sempre l' emiciclo parlamentare. Pertanto qualcuno come Matteo Renzi insiste per un governo Draghi-bis-senza M5stelle. Analoga condizione Enrico Letta e il suo Pd. Di Maio scissionista accusa Conte di aver buttato all'aria un progetto quale il Decreto aiuti, 15 miliardi contro il caro bollette: "Non abbiamo i poteri per fare la legge di bilancio e andremo in esercizio provvisorio. Non abbiamo più il potere negoziale ai tavoli internazionali per ottenere il tetto ai prezzi del gas". Pressing per il voto immediato lo fanno invece Giorgia Meloni e sui fratelli. Matteo Salvini dice che per le elezioni non ha timore di nulla. Il cavaliere pure dice che l'urna non lo tocca. Pertanto "Draghi vada pure avanti anche senza M5s. Fi sarà sempre responsabile come tale si è sempre distinta". Si chiude cosi l'ennesima puntata di un lunga fiction politica filmata all'ombra di una guerra voluta invece che rigettarla della quale nessuno ne parla se non i pochi illuminati e di quanto male stia facendo l' Occidente, prima a se stesso e poi ai più deboli, agli stessi figli dell' Ucraina illusi da un finto benessere e autentica ipocrisia del dio danaro.
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