LA SCIA DELLA DEMOCRAZIA DI GORBACIOV HA L' ODORE ITALIANO, MA DI PRIMA REPUBBLICA

Andreotti, il primo politico occidentale ad accorgersene delle intenzioni di Gorbaciov. E con la sua scaltrezza di sempre lo presentò all' Europa e alla Casa Bianca, nel segno della fine della "Guerra Fredda" 

Michael Gorbaciov e Giulio Andreotti

Il fatto
Michael Gorbaciov, un pezzo di storia vera e non contaminata. Il suo nome non ha bisogno di premesse trascritte seppur morto a 91 anni, pochi giorni fa. Sappiamo tutti chi è stato e cosa ha fatto, anziani e meno anziani, anche i più giovani. Anzi, questi ultimi più curiosi vogliono sapere di più. Ebbene, lo statista russo per molto tempo è stato additato dagli stessi russi per aver screditato e cancellato il sistema interno e quello internazionale dell' Unione Sovietica, "occidentalizzandolo". Nel mondo, però, gli hanno dato l' appellativo di "Uomo della perestrojka", cioè l'uomo che ha sostenuto le riforme finalizzate alla riorganizzazione dell' economia e della struttura politica e sociale del Paese. Ma a Gorby, cosi mi piace chiamarlo, gli hanno affibbiato anche il soprannome di "padre della glasnost", ovvero colui che parla chiaro e cristallino in politica come nel sociale, sopratutto nell' informazione, mettendo nell' angolo chi è corrotto o mandandolo nelle patrie galere russe. Col passar il tempo i russi hanno capito il suo valore e di tutto ciò che ha fatto, alcune cose fra le quali molto significative. E cioè, il ritiro dei militari dall'Afghanistan; la proposta di una Casa comune europea dall'Atlantico a Vladivostok, città portuale russa situata sul Pacifico, nella baia di Zolotoj Rog vicino al confine con la Cina e la Corea del Nord, avendo capito che il Muro di Berlino non sarebbe rimasto in piedi per molto tempo. Obiettivo, ristrutturare” l’ordine internazionale esistente in Europa, sostituendo il tradizionale equilibrio di potenza con un equilibrio di interessi economici.

Maichael Gorbaciov e Ronald Reagan 

Il ruolo dell' Italia
Ma per l'Italia rimane qualcosa di più profondo: Giulio Andreotti, il primo politico occidentale a cogliere la novità di Gorby e a puntare sul successo della perestroika, lo chiama e gli dice, consigliandolo: "Non spendere più tanti soldi per gli armamenti e non finanziare più Fidel Castro e la sua Cuba". Scaltro come sempre, ma autentico italiano sostenitore della pace fra popoli, Andreotti ha lo scopo unico di accreditarlo personalmente, senza tanti preamboli all' Europa e alla Casa bianca, nel segno della democrazia. Che cosa accade? Accade che con Ronald Reagan, presidente degli Stati Uniti d' America, solo per un pelo non si eliminano completamente le armi nucleari. Ma il dialogo rimane ed è sempre più profondo, rendendo felice Andreotti e il Vaticano che lo benedice. Giovanni Paolo ll conosce bene i drammi dei Cristiani sotto il comunismo dell' Unione Sovietica. La Chiesa cattolica in quel Paese si differenzia a secono i luoghi, già dal '45, da quando entrarono a far parte dell'URSS la Lettonia, Lituania, Estonia, Bielorussia e Ucraina. Questi paesi sono legatissimi al cattolicesimo, al Cristianesimo e alla cultura polacca. E papa  Wojtyla tiene tantissimo a snellire i rapporti cristiani con la Russia grazie a Gorbaciov. Insomma, l'uomo della perestrojka e padre dalla glasnost che riesce a farsi amare da tutti gli italiani e dal vaticano compreso, grazie ad Andreotti, rimane però con un sogno mai realizzato: la fine del comunismo nel mondo, pur essendo riuscito a trasformare il suo comunismo in socialdemocrazia, ma in cambio ha l' opportunità di stringere gelosamente fra le mani il Premio Nobel per la Pace, cosa che i suoi connazionali snobbano per tanti anni, ma che oggi lo considerano quasi come una reliquia.

Maichael Gorbaciov e Papa Wojtyla

L' analisi
Ecco, questa è la sintesi di una storia che riflette su una forte contraddizione di una Europa che si definisce moderna, ma in effetti si rivela senza valori concreti per lo sviluppo delle masse se soltanto con il valore del dio danaro. Una Europa dalla condizione spiccata di limitatezza per realizzare una adeguata struttura per la sicurezza. E' dalla fine della Guerra fredda, infatti, si è pensato soltanto a esercitare il potere dando priorità a banche e danaro. Potenti ottusi, incapaci di compredere un determinato indebitamento e quindi un sostegno reale ai paesi più colpiti dalla crisi economica. Mediocrazia, dunque, che ancora non comprede che la Russia di Putin, istruita e colta, segue per certi versi, la scia della democrazia di Gorbaciov.

Giulio Andreotti con sè a braccetto, Raisa Maksimovnae e il marito, Maichael Gorbaciov
L' opinione
D' altro canto a oggi manca anche la politica all' altezza del proprio compito. Siamo pertanto di fronte alla mediocrità, alla  limitatezza o qualità scadente di attività politica ed economica. E l'esempio  parte dalla  guerra in Ucraina con l' invio di armi, invece di promuovere e sostenere la pace, in particolar modo da parte dell' Italia di Mario Draghi e del Partito democratico di Enrico Letta, per non parlare dell' ingenuo Luigi Di Maio, un tempo entusiasta per "abolire la povertà" italiana, dalla cui politica di adesso, però, aderisce al disegno europeo dei potenti che stanno rovinando ogni tipo di rapporto con la Russia, partendo dalle sanzioni che hanno fatto e fanno da boomerang: le lanciano a Putin e arrecano danni a sè stessi, ovvero colpendo trasversalmente la propria gente, famiglie e imprese, costringendole a elemosinare l'assistenza dello Stato, da sempre a promuore la pace fra popoli in teatri di guerra nonostante "proprietario" di una Forza armata costantemente a pari passi con processo di modernizzazione. E pensare che “in Russia c'è ancora qualcuno che apprezza gli italiani, definendoli come "amici fedeli e sicuri", disse Gorbaciov invitato d'onore con la moglie Raisa Maksimovna al festival di Sanremo del 1991.
   

 

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