Piano Valditara nelle scuole, ma fuori rimane la giustizia inadeguata
Dalle 200 telefonate medie quotidiane se ne registrano ora 400, con picchi tra 450 e 500 se si considerano anche quelle fatte via chat. Stiamo parlando del Servizio Anti violenza e Stalking, il cui numero telefonico è 1522, che si è visto aumentare le richieste di aiuto dopo l' uccisione di Giulia Cecchettin da parte di Filippo Turetta. Si tratta di un servizio promosso e realizzato dalla presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento delle pari opportunità. Il numero è gratuito ed è attivo h24, accoglie con operatrici specializzate le richieste di aiuto e sostegno delle vittime di violenza e stalking. Ma nonostante ciò l'Italia è, e per fortuna rimane, il paese in cui la violenza sulle donne ha meno vittime rispetto a tutte le altre nazioni. Qui il problema è denominato “Violenza di genere”, che non ha nulla da spartire con la donna uccisa dai rapinatori o dal vicino di casa per futili motivi di condominio.
Questo va chiarito.
L'espressione "Violenza di genere" indica forme di
violenza che vanno da
quella psicologica e fisica a quella sessuale; dagli atti persecutori
del cosiddetto stalking allo stupro, fino al femminicidio, che
riguardano un vasto numero di
persone
discriminate in base al sesso. Ciò
che manca in Italia, però, è la specifica ed efficiente giustizia
che sappia riconoscere subito il reato di violenza già all'arrivo sul
posto degli operatori delle forze dell'ordine. Personale con tanto di titolo di studio specifico che non si faccia raggirare dal narcisista colto,
poiché esiste anche questo: più il livello sociale è alto più
l'uomo è di merda. Si, è vero, la
legge
77 del 2013 ha
ratificato la convenzione di Istanbul, facendo un primo passo
concreto in termini normativi per il contrasto alla violenza sulle
donne.
Tre
i ministeri in campo dell' Istruzione e Merito; della Famiglia e
della Natività e
della Cultura, capitanati rispettivamente da Giuseppe
Valditara, Eugenia Maria Roccella e Gennaro Sangiuliano
(nella
foto in alto )Il
progetto
si fonda su un decalogo di concetti: “un ‘no’ è un ‘no’”,
“un vestito non è un invito”, “le parole sono pietre”,
“‘innamorata da morire’ è un modo di dire”, “non
rinunciare a denunciare” e così via.
Dopo
l'ennesimo femminicidio, con la morte Giulia Cecchettin si sta
pensando a un'ora di “educazione alle relazioni” nelle scuole
superiori, un’ora in più in classe, ma in orario extracurricolare
e per tre mesi l’anno.
Questo articolo è stato redatto dall'autore stesso con spunti tecnici di riferimento alla Formazione Continua del giornalista, istituita dal Consiglio Nazionale dell' Ordine dei giornalisti e realizzato con la collaborazione dell' Osservatorio di Pavia e dell' Università Cà Foscari di Venezia.
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