Ce ne parla nell'intervista al telefono il generale di Corpo D' Armata Giuseppenicola Tota che durante il servizio effettivo quale figura di vertice del Comando Forze Operative Sud è stato il promotore di questa significativa iniziativa sociale e culturale
A Napoli il Giardino dei Giusti Militari. Iniziativa realizzata alcuni anni addietro ma che va sotto i riflettori per onore di cronaca nell' ambito della Cultura della memoria. Persone con le stellette al bavero, ma scintillanti nel cuore e nella coscienza, che durante la Seconda guerra mondiale hanno scelto di salvare vite umane proteggendole, tenendole lontane dalla mano horribilis nazista.
Ideazione peraltro affiancata, nella progettazione, da Fondazione Gariwo, che sale alla ribalta in parallelo alla storia
della deportazione e dei campi di concentramento che non può essere
separata dalla storia delle tirannidi fasciste in Europa e nel
mondo, al fine di ricordare la Shoah
(sterminio del popolo ebraico), le
leggi
razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani
che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al
progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato
altre vite e protetto i perseguitati.
NAPOLI - Ecco i primi Giusti scelti ai quali è dedicata una propria targa installata all'interno della sede del Compfop Sud
Il Generale Maurizio Lazzaro de’ Castiglioni, Comandante della Divisione alpina Pusteria, che nel 1943 trasformò Grenoble e la sua regione in un rifugio per ebrei francesi e stranieri;
il Capitano Benedetto De Beni, Capitano d’artiglieria, di servizio in Ucraina, a Voroshilovgrad, che nel 1942 diede rifugio nella base italiana alle sorelle Turok, salvandole;
il Maggiore Arturo Gatti, ufficiale medico, di stanza a Karlovac, nell’ex Jugoslavia, che durante la Seconda guerra mondiale portò soccorso a numerosi ebrei che tentavano di valicare il confine tra lo Stato indipendente di Croazia e la zona occupata dall’Esercito Italiano;
Rinaldo Arnaldi, carrista, percorse più volte quella della Svizzera per accompagnare Ufficiali e soldati alleati fuggiaschi o anziani ebrei perseguitati;
Fosco Annoni, militare in servizio a Leopoli (Ucraina), che salvò la vita a Klara Rosenfeld, impiegata come donna delle pulizie nella caserma italiana;
il Colonnello Giuseppe Azzali, che insieme alla sorella Corinna, salvò Serenella e Amalia Foà, figlie del compagno di studi Aldo, dandogli ospitalità e presentandole come sfollate da Napoli;
il Colonnello Antonio Bertone, che nella Croazia del 1941 organizzò il salvataggio di Salvatore Conforty e della moglie Olga;
il Generale Giuseppe Amico, che durante l’occupazione della Dalmazia non ebbe timore ad esprimere in pubblico la sua opinione sui tedeschi e sugli ustascia.
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