Si sta rischiando di provocare un incidente diplomatico con l' Algeria, partner importante per l'Italia nella ricerca della pace e della stabilità nel Mediterraneo
Ignoranza dilagante nel Paese d' 'o sole mio, ovvero il coglionesimo del XXI secolo si affanna a commentare la vicenda della pugile algerina Imane Khelif, sostenendo erroneamente che la ragazza sia uomo o trans, dando credito peralto a foto e video, che circolano in rete, prodotti con l'intelligenza artificiale. Ma andiamo con ordine e specifichiamo ai coglioni...pardon ai leoni della tastiera, che in Algeria le persone omossessuali o transessuali, lesbiche o gay fanno una vita d'inferno. Il rapporto sessuale fra persone dello stesso sesso in Algeria è illegale. Pertanto si rischia il carcere e si rischia di morire anche in carcere. Molti per questo motivo scappano, anche se scappare è pericolosissimo, poichè se si viene beccati, la pena è dura. Ma chi ha avuto la fortuna di essere scappato è venuto a rifugiarsi anche in Italia. E di queste cose ne sono a conoscenza i rispettivi ministeri dell' Interno e degli Esteri. Di qui la domanda suscita spontanea: Come può un' atleta rappresentare alle Olimpiadi il proprio Paese se è transessuale?
Ecco la motivazione esatta per cui la ragazza ha il dovere oltre che il diritto di rapparesetare anche il suo gioverno nel mondo attraverso la boxe al femminile: la sua condizione è congenita. Si, è vero, che
tempo addietro l' esito delle analisi dell’atleta algerina presentò il valore del testosterone un tantino alto rispetto alla media. Motivo per cui fu anche esclusa dai mondiali. Ma lei non si è fermata qui fino ad arrivare a scoprire che è affetta di iperandroginismo, cioè ha un cromosoma y al posto di uno x, che però lo si vede in un testosterone alterato rispetto al genere di appartenenza. In parole povere, Imane Khelif ha gli ormoni sballati, ma nei parametri della norma per gareggiare. Per il resto è femmina, ha la vagina, le mestruazioni. Tant' è che la destra incolta italiana una volta informatasi bene, non ne parla più anche se prima di tutti ne ha aprofittato usando strategie di comunicazioni che si accostano a concetti ideologici.
Mentre il "coglionesimo" e una certa stampa di regime avanza, non si rendono neppure conto che stanno rischiando di provocare un incidente diplomatico con l' Algeria, partner molto importante per l'Italia nella ricerca della pace e della stabilità nel Mediterraneo. Che cosa vuol dire questo? I due Paesi hanno rapporti caratterizzati da una convergenza di vedute sulle principali tematiche di politica internazionale di cui sono stati sanciti dalla firma nel 2003 del Trattato di Amicizia, Cooperazione e Buon Vicinato. Inoltre la stessa Algeria è partner dell'Italia nel campo energetico, nell'industria e nell'attività imprenditoriale, nella lotta alla criminalità, ma anche nello sviluppo di fonti rinnovabili, in particolare dell'idrogeno verde e dell'energia solare, eolica e geotermica.
Rimane cosi la ciliegina sulla torta: l' Algeria è diventato il primo fornitore di gas in Italia per mano di Mario Draghi, dopo che si è liberato dal gas della Russia a causa del conflitto Putin-Zelensky. Non è che Draghi sia stato uno stinco di santo per gli italiani durante la sua permanenza a Palazzo Chigi, ma per onestà intellettuale e professionale va messo in risalto l'unico o forse rarissimo sorriso del tecnocrato dal viso tetro, durante il periodo in cui strinse la mano al presidente dell'Algeria Abdelmadjid Tebboune, per poi dare ai cittadini italiani l'annuncio nei giorni successivi dei 4 miliardi di metri cubi di gas. Draghi ha tracciato cosi un percorso per un maggiore consolidamento con l' Algeria per le forniture ancora più cospicue nei prossimi anni. E se si discrimina o si deride o si offende una cittadina algerina, perlopiù sportiva olimpionica si offende un intero popolo, perdendo addirittura l' italianità con la quale ci siamo distinti per la lotta ai diritti umani.
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