"Il ritiro del contingente non è al momento in discussione"
Truppe israeliane sono entrate in Libano. La decisione per questa “operazione terrestre", la cui denominazione è Nothern Arrows (Frecce del nord) - sarebbe stata presa dal gabinetto di sicurezza di Telaviv. A renderlo noto, le forze armate israeliane, con un comunicato, di aver iniziato attacchi mirati contro Hezbollah nel sud del Libano, nonchè il Dipartimento di Stato americano, che ha precisato:” Tali operazioni sono limitate”. Gli obiettivi degli attacchi terrestri sono stati individuati nei villaggi attigui al confine e per la forza armata israeliana costituivano una minaccia immediata per la comunità nel nord d’ Israele.
Aeronautica e artiglieria supportano le forze di terra con attacchi su obiettivi militari. L 'inferno dunque ha aperto i battenti ove si trova anche il contingente della missione Onu di Unifil guidata dalla Brigata Sassari. Si tratta di una componente dell’esercito italiano. 1100 e passa unità, detti anche Dimonios, appellativo di antica tradizione che li distingueva come i diavoli rossi per via delle mostrine rosse sulla divisa. Impegnati ora in quel Paese con un ruolo di interposizione e aiuto alle persone, ma negli ultimi giorni spesso costretti a ripararsi dentro ai bunker per via dei bombardamenti. Intanto il ministro della Difesa Guido Crosetto ha affermato: “Il personale militare italiano in libano ha raggiunto le posizioni protette e si trova precauzionalmente nei bunker.
Unifil (United Nations Interim Force in Lebanon) non è un
obiettivo diretto degli attacchi, ma la pericolosità del livello e dell’intensità degli scontri rende
la situazione delicata". Pertanto - ha detto ancora il ministro - “Ho tenuto informati e terrò informati degli ulteriori
sviluppi la presidenza della repubblica, il presidente Consiglio Giorgia Meloni e il
collega Antonio Tajani”. E ancora: "La presenza dei nostri militari è un elemento di
garanzia che speriamo possa indurre le parti a una de-escalation, creando le
condizioni per riaprire il dialogo e avviare la mediazione”.
Il Ministro della Difesa segue da tempo, con particolare attenzione, l'evoluzione della situazione sul territorio libanese, con frequenti colloqui telefonici il comandante del contingente italiano con il capo di Stato maggiore della Difesa, con il comandante operativo di vertice Interforze. Crosetto ha poi espresso "particolare preoccupazione per la sicurezza della popolazione civile, soprattutto anziani, donne e bambini. Il ritiro del contingente non è al momento in discussione. La Difesa, in particolare il Covi, (Comando operativo di vertice interforze) ha tuttavia attivato, di concerto con il Maeci , (Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale) tutte le predisposizioni necessarie per una eventuale evacuazione dei civili italiani presenti nel Paese, qualora la situazione dovesse ulteriormente deteriorarsi”.
La curiosità
La missione UNIFIL è nata con la Risoluzione 425 adottata il 19 marzo 1978 da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, a seguito dell'invasione del Libano da parte di Israele (marzo 1978). Successive Risoluzioni hanno prorogato, con cadenza semestrale, la durata della missione. A seguito di un attacco alle Israeli Defence Force (IDF), avvenuto il 12 luglio 2006, a Sud della Blue Line nelle vicinanze del villaggio israeliano di Zar'it, da parte di elementi Hezbollah, furono uccisi otto soldati israeliani; altri sei furono feriti e due catturati dalle milizie. Al rifiuto della richiesta di rilascio, Israele iniziò una campagna militare in Libano mirata ad annientare le milizie di Hezbollah ed altri elementi armati;
in conseguenza di ciò, milizie Hezbollah condussero degli attacchi contro infrastrutture civili israeliane nel Nord di Israele. L'escalation delle ostilità portò le IDF a condurre una vasta campagna militare nel Nord della Blue Line contro le milizie armate di Hezbollah.
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