A Napoli il Giardino dei Giusti Militari e la Cultura della Memoria. Progetto ideato dal generale Giuseppenicola Tota
NAPOLI - Siamo a 80 anni dalla liberazione del campo di Auschwitz. Il 27 gennaio del 1945 le truppe dell'esercito sovietico abbattono i cancelli del campo di concentramento e di sterminio e svelano al mondo l'orrore dei nazisti. Gli ebrei liberati da quell'orrore sono le principali vittime tra i gruppi ritenuti dai nazisti indesiderabili o inferiori per motivi razziali. Dal 2005, la data del 27 gennaio è riconosciuta in tutto il mondo come "Giorno della Memoria delle vittime del nazionalsocialismo" e commemora i crimini commessi durante l' Olocausto, il genocidio di 6 milioni di ebrei, di cui è responsabile la Germania nazista, i suoi alleati e i collaborazionisti. Ma c' è altro: l'Ente Nazionale per la Memoria della Shoah Yad Vashem di Gerusalemme riconosce nel mondo 28217 persone come Giusti tra le nazioni, cioè non ebrei che durante l'Olocausto si sono impegnati, a rischio della vita e senza nessun interesse economico, a soccorrere gli ebrei perseguitati, fra cui 766 italiani. E non è tutto. L italia sul sostegno all’istituzione di una Giornata europea in memoria dei Giusti, approvata dal Parlamento europeo il 10 maggio 2012, riconosce il 6 marzo come "Giornata dei Giusti dell’umanità". Di qui Napoli diventa protagonista di una singolare iniziativa quella della realizzazione del Giardino dei Giusti Militari.
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Napoli, Palazzo Salerno |
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Il generale Giuseppenicola Tota |
Il Generale Maurizio Lazzaro de’ Castiglioni, Comandante della Divisione alpina Pusteria, che nel 1943 trasformò Grenoble e la sua regione in un rifugio per ebrei francesi e stranieri;
il Capitano Benedetto De Beni, Capitano d’artiglieria, di servizio in Ucraina, a Voroshilovgrad, che nel 1942 diede rifugio nella base italiana alle sorelle Turok, salvandole;
il Maggiore Arturo Gatti, ufficiale medico, di stanza a Karlovac, nell’ex Jugoslavia, che durante la Seconda guerra mondiale portò soccorso a numerosi ebrei che tentavano di valicare il confine tra lo Stato indipendente di Croazia e la zona occupata dall’Esercito Italiano;
Rinaldo Arnaldi, carrista, percorse più volte quella della Svizzera per accompagnare Ufficiali e soldati alleati fuggiaschi o anziani ebrei perseguitati;
Fosco Annoni, militare in servizio a Leopoli (Ucraina), che salvò la vita a Klara Rosenfeld, impiegata come donna delle pulizie nella caserma italiana;
il Colonnello Giuseppe Azzali, che insieme alla sorella Corinna, salvò Serenella e Amalia Foà, figlie del compagno di studi Aldo, dandogli ospitalità e presentandole come sfollate da Napoli;
il Colonnello Antonio Bertone, che nella Croazia del 1941 organizzò il salvataggio di Salvatore Conforty e della moglie Olga;
il Generale Giuseppe Amico, che durante l’occupazione della Dalmazia non ebbe timore ad esprimere in pubblico la sua opinione sui tedeschi e sugli ustascia.
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